Lo shintoismo prevede l'adorazione dei Kami, divinità intese
come entità al di sopra di se stesse piuttosto che come divinità
nel senso occidentale: anche le persone illustri, gli eroi e
gli antenati divengono oggetto di venerazione dopo la morte,
e vengono ossequiati con il suffisso onorifico mikoto.
Dal punto di vista filologico la parola
Shinto aussume il tao
cinese come secondo kanji: shinto nasce dall'unione dei due
kanji
神 (shin, divinità) e
道 (tō, strada, o in cinese tao),
e dunque shintoismo potrebbe tradursi come
"la via degli
Dei".
Le origini dello shintoismo non sono mai state ben accertate, a causa dell'assenza di documentabili prove archeologiche antecedenti il regno di Suiko
(1) (593-628 d.C.).
L'esistenza di matsuri
(2) viene dimostrata dalle descrizioni presenti nel Nihonshoki
(3) e nel Kojiki
(3), dove peraltro si parla di primitivi templi, fatti di rocce e alberi, come pure di urne cerimoniali,
oltre che di riti in occasione di eventi tattici, quali l'avanzata dell'esercito in zone impervie.
I villaggi del periodo Yayoi
(4) si servivano
di luoghi naturali come yorishiro
(5), oggetto
capace di attrarre i kami, conferendogli una forma fisica; dunque,
possiamo vedere proprio negli yorishiro la prima forma di jinja
(templi shintoisti), in particolare nei shimenawa (grandi alberi
circondati da una fune sacra), negli iwakura (formazione rocciosa
usata come forma di terreno sacro), e negli iwasaka (altare
di pietra). I primi matsuri erano fortemente legati al ciclo
dell'agricoltura: il significato dell'alternarsi delle quattro
stagioni ancora oggi viene spiegato attraverso i toshikoshi
(
年越し, riti di passaggio dell'anno).
Di contro, al di là dell'interesse storico-culturale, l'assenza di provate informazioni storiche non influenza nettamente questa dottrina, che a differenza di altre non è stata fondata, nè tantomeno nasce come rivelazione divina.
La dottrina shintoista si è evoluta nel tempo e continua a evolversi,
grazie alle riflessioni di intellettuali e a disquisizioni teologiche.
Anche per effetto di questo, lo shintoismo ha sviluppato profonde
connessioni con le tradizioni locali delle singole regioni,
e nel nel periodo moderno, si andrà oltre, assistendo a vere
divisioni da quella che era la religione tradizionale, con l'emergere
di sette e nuove religioni ispirate allo shintoismo, fortemente
legate alle idee del promotore.
Tutte le idee di base sono le credenze popolari, come trasmesse nel testi sacri, oltre che la visione etica sviluppata nel corso della storia dello shintoismo,
che fondamentalmente si basa sui seguenti concetti: l'eternità dello spirito umano e l'aldilà intenso come un livello esistenziale superiore, la disponibilità verso gli altri,
la venerazione dei kami intesa come forma di armonizzazione e di pacificazione della mente, il culto templare come forma di comprensione dell'universo intorno a sé, e la natura intesa come massima espressione del divino.
Anche per quanto attiene ai testi sacri, lo shintoismo si differenzia fortemente dalle religioni più conosciute per l'assenza di un corpus di testi sacri dove vengono spiegati intergralmente gli insegnamenti: vengono adottate le espressioni shintō koten (classici shintoisti) o shinten (testi sacri) per indicare i vari libri contenenti i concetti fondamentali di questa religione, e in particolare nel Kojiki e nel Nihon shoki viene spiegato il rapporto tra gli umani e le divinità, e viene tracciata la genealogia di quel popolo di cui si parla nei testi, enunciando anche le origini divine dell'imperatore.
Marco Milone - www.shintoismo.com