I giapponesi hanno
un'antica passione per i ciliegi ed i loro fiori (HANA),
tant'è che ogni primavera si deliziano in picnic e feste all'aperto
per ammirare (MI) il magnifico spettacolo della fioritura.
L'origine dell'antica tradizione dell'HANA-MI (osservazione/ammirazione dei fiori) risale al periodo HEIAN (900 - 1200 d.C.) quando i festeggiamenti erano organizzati presso le nobili corti.
Una delle più ricche celebrazioni, richiamate in diversi libri,
è per esempio quella organizzata da Toyotomi Hideyoshi(*) nel
1598 nel tempio Daigoji a Kyoto (periodo AZUCHI-MOMOYAMA; 1576
- 1600 d.C.).
Fu solo nel periodo EDO (1600 - 1860 d.C.) che le celebrazioni HANA-MI si diffusero anche tra la gente comune. Una delle scene che testimonia i festeggiamenti del popolo la si ritrova incisa in una delle 32 famose serigrafie di KATSUSHIKA HOKUSAI (36 viste del Monte Fuji).
I giapponesi amano l'albero di ciliegio non per il suo frutto,
ma per la sua delicata fioritura rosa e per i profondi significati
simbolici ad essa attribuita
La fioritura è un simbolo di felicità e di augurio per un brillante futuro.
Auspicio di successo per i ragazzi che iniziano la scuola (l'anno scolastico comincia ad Aprile) e per i neo diplomati che si cimentano nella ricerca del primo lavoro.
Un'infusione fatta con petali di ciliegio salati viene servita durante i matrimoni ed in altre occasioni speciali come bevanda di buon augurio.
Per i vecchi samurai, ma in generale per i soldati impegnati
fino al secondo conflitto mondiale, non c'era niente di più
glorioso che morire in un campo di battaglia, analogamente alla
morte dei petali dei fiori di ciliegio (i petali cadono senza
esitazione, senza aspettare la gloria e la bellezza del momento
di massimo splendore della fioritura). Lo splendore della piena
fioritura difficilmente dura più di una settimana. I petali
sono fragili, ed al primo soffio di vento volano via. Una bellezza
fugace che suggerisce purezza e transitorietà.
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